lunedì 26 marzo 2012

La nuda... verità : no al nudo x le campagne



Ormai spogliarsi non solo è di moda, ma è diventato anche di uso comune.
Chi dice di no, alzi una mano, o gridi ad alta voce, ma in nessuno di questi casi, qualcuno si degnerà di sentirlo a meno che... esatto, a meno che non vada in giro in vesti adamitiche, gridando a squarcia gola le proprie convinzioni.
Probabilmente è partito dalla maliziosa promessa di spogliarsi dipesa dal risultato di una partita di calcio, arrivando a oggi, in cui ci si spoglia per attirare l'attenzione su di sé, che questa attenzione sia per un bisogno di soldi, ho per dimostrazione poco importa, perché è sempre spogliarsi.

Tra il manifestare per le pellicce o per la libertà delle donne, chi ci rimette sono sempre e comunque le donne, perché da che mondo a mondo una donna che si spoglia è una notizia che va sempre di moda. Diciamo che la maggior parte delle persone che legge una notizia del genere , prima guarda le foto e poi cambia notizia. Che importa qual'è la causa che ha portato a questo ennesimo nudo?

Perché il nudo non va bene? La risposta è: perché si spoglierebbero in poche.
Provate a chiedere a 100 donne di spogliarsi per una buona causa, solo il 12% probabilmente anche meno direbbe di sì, il problema di questo tipo di campagna è che non ha carattere collettivo,
per smuovere le conoscenze di chi non conosce la causa per cui voi combattete bisogna
creare gruppo, una folla e purtroppo oggi non basta più riunirsi in convention e istituire congressi, serve lo stupore, prendere lo spunto da Lady Gaga, che inventa e si reinventa di volta in volta.
Purtroppo è così, per farsi notare bisogna stupire, è un po' la fine che ha fatto la scienza,
la gente la guarda solo per fini meramente utilitaristici, e non perché l'antico fine era quello
della verità, la verità oggi sembra essere stata messa in secondo piano.
Stessa cosa per le campagne di sensibilizzazione
Direi che oltre al nudo (che non passerà mai di moda ) ci sono altri modi per farsi notare e per sensibilizzare, come l'arresto, George Cloney ne è un esempio recente, ma se non volete questa scelta o non avete i soldi per la cauzione ecco altri esempi:

Campagna contro la pelliccia? Se non volete andare in giro con un peluche a forma di volpe a mo' di sciarpa, allora prendete un peluche “in estinzione” (della Trudy che ne ha di qualsiasi tipo),
tipo il Panda, creategli un indumento (maglietta, polsino) e scriveteci il link dove trovare le informazioni sul pericolo che lo minaccia, naturalmente portatevelo con voi in ufficio e piazzatelo sulla vostra scrivania. È bello da vedere, è utile, cosa volete di più?

Per la parità uomini e donne? Nessuno a mai pensato di creare un orda di donne vestite tutte da uomo con tanto di baffi a manubrio? Che intasano le strade l'8 marzo, invece di ricevere le solite mimose? Questo sì, che sarebbe uno spettacolo, con tanto di cori da stadio ed è una proposta ragionevole.

E le opere d'arte?Ma non quadri, immaginatevi una città che si sveglia sommersa da post-it colorati? Ognuno che indica una causa diversa? Farebbe impressione, stupore, meraviglia e attirereste l'attenzione di tutti.

Perché non crearsi da sé le magliette slogan contro/anti?
Con la scritta avanti e dietro, immaginatevi in mezzo una folla, con la vostra maglietta, presumibilmente riconoscibile da km :-), e la gente che vi guarda, in un'ora di camminata, avrete: perso qualche chilo (che fa sempre bene, avrete fatto vedere la vostra causa a tutti, inculcato il concetto nella mente di buona parte di loro e convertito un terzo, 1/3 vi sembra poco?
Non è affatto poco, una marea di persone non è un unico pezzo intero ma è fatto da i singoli, aggiungerne 100 e aggiungerne 1 ha la stessa importanza.


Ah, certo che ci vuole così poco per stupire, peccato che nessuno crede di esserne capace,
mi sa che ci rimane aspettare il creativo dei creativi o lo squilibrato di turno: v'immaginate se alzandovi una mattina godiate della pioggia di tanti volantini con su scritto:   " vive la France?"
:-)
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venerdì 23 marzo 2012

Vale di più la tecnica o l'emozione?


Guardando la finale di “Ballando con le stelle” una cosa è balzata subito all'occhio: l'umanità della giuria, dove per umanità s'intende che sono anche loro umani e hanno un cuore, perché a fronte della rumba della Tatangelo commozione generale seguita da una standing ovation da parte di tutti, pubblico e giuria. Ovviamente sono saltate fuori gelosie e contrasti da parte degli altri concorrenti e ci si chiede: è giusto che i giurati premino di più l'emozione che la tecnica?

Siamo in una situazione dove la tecnica è fondamentale, un ballo professionale senza tecnica è un po' come fare una torta senza tortiera, è importante avere una base da cui partire e migliorare,
però c'è una grande differenza tra il ballare, facendo tutti i passi e i tempi giusti, e il ballare veramente, lasciando il pubblico con il fiato sospeso, o divertendolo o commuovendolo,
l'emozione è sempre quel quid in più che da più valore a qualcosa.
È per questo che l'esibizione dei due giovani ( Andrés Gil, Anastasia Kuzmina) è valso il 10 unanime.

É un po' come quando dovete convincere qualcuno, potete parlare e usare le frasi più convincenti di questo mondo ma può capitare che finiate con il dubitare (voi stessi) quello che state dicendo,
o potete mettere tanta forza, tanta energia e passione in ogni singola parola del vostro discorso che potreste convincere la gente a seguirvi all'Inferno senza che dicano “A”.

Non è forse questa l'abilità dei grandi oratori ? (abilità che comincia a scemare purtroppo)
Coinvolgere le masse e far sì che ti seguano, che pendano da ogni singola parola, visto così sembra quasi divertente come una magia illusoria, ma pensate se questa stessa abilità possa essere usata per fini violenti? Per una patria immaginata? Per una giustizia che non ha nulla di giusto?
Per distruggere, uccidere, torturare, dividere chi vede e chi è accecato dalle parole,
dalla passione. Si può fare? Certo, basta saper dare la giusta emozione e basta essere degli psicopatici con manie di grandezza :-)


Finale della storia? Non c'è l'uno senza l'altro, non c'è tecnica senza passione e sono solo in pochi a creare quella magia capace di accudire e affascinare il pubblico e forse quei quattro 10 erano ben meritati




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sabato 17 marzo 2012

Donne e bei tenebrosi: attrazione fatale


Lo avete notato sulla metro, voi su una scomodissima sedia e lui appoggiato a una parete, con il viso nascosto, gli occhi tristi, misteriosi che puntano verso di voi e voi rimanete folgorate.
Vi è mai successo di incontrare un bel tenebroso e di ritrovarvi inspiegabilmente attratte?

Siamo in una società dove il tutto di tutti si mostra, la nostra vita reale è un insieme di bite nascosti dietro la facciata dei social network, sappiamo in tempo reale cosa succede ai nostri amici, rendiamo reale virtualmente tutto ciò che ci appartiene.
In questa situazione di informazioni gratuite, appaiono loro: i bei tenebrosi,
ma cosa rende questo mini-esercito (se ne trovano sempre di meno sigh) così appetibili agli sguardi femminili?  

MISTERO:  L'attrazione deriva dall'aura di mistero che gli accompagna, il loro modo di porsi, sempre entro le righe, mai vistoso, poche parole dette di sfuggita, uno sguardo d'aquila che cerca solo prede, sono tutti aspetti che portano le donne ad essere attratte da questa figura.
Soprattutto se hanno un partner che non lascia, purtroppo :-(,  nulla al dubbio, di cui probabilmente conoscono ogni attimo della sua vita dalla sua nascita fino ad ora, ecco il perché dell'attrazione verso questo tipo d'uomini, si sente quella voglia di scoprire di più, perché l'informazione non viene ostentata ma sfugge e più qualcosa ci sfugge dalle mani più abbiamo voglia di prenderla.
Si ha la voglia di carpire informazione da ogni suo dettaglio, un tatoo sul polso, il libro senza copertina che sta leggendo, la fermata a cui è sceso, il suo sguardo obliquo verso di voi.
NON ROUTINE:  Molte volte si ha come impressione che la propria vita sia la più piatta nella classifica delle vite piatte e ci si ritrova a fantasticare su cosa vorremmo ci accadesse, chi non la mai fatto? :-)
E quando ci capita di incontrare questo tipo di gente che porta un'aura di puro sensuale mistero portiamo noi stessi in una situazione che ci permette di vivere quell'attimo che tronca la nostra routine quotidiana.
Ci da una sorta di dose di adrenalina mista a interesse morboso che crea un effetto simile alla felicità, infatti a fine “incontro” le donne portano compiaciute quel sorrisetto sotto i baffi, è un po' come “il proibito”, quest'istinto infantile che rimane anche da adulti: se una cosa è proibita scatta l'istinto a infrangere le regole”, allo stesso modo se una persona sembra irraggiungibile si prova la voglia di prenderla.


DIFFERENZA UOMINI E DONNE: l'approccio è differente, una donna vive la situazione con più “raffinatezza”, dai giochi di sguardi, a qualche frase, lo vede più come un gioco temporaneo da cui uscire divertita, e lascia che l'aura di mistero non riveli la verità.
L'uomo vede una donna misteriosa più come una sfida che come un gioco, un po' come una montagna da scalare ma un po' più alta e si butta, quasi ingenuamente, senza rendersene conto e nella maggior parte dei casi finisce, oltre a rovinare il mistero, a perdere la sfida, anche se non ne esce rammaricato.

Quindi a meno che non viviate come Indiana Jones, godetevi il vostro bel tenebroso, chissà che quello che sembra il buon inizio di un romanzo poi non diventi realtà. ;-)
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venerdì 9 marzo 2012

STASERA MI BUTTO : come imparare “a buttarsi”


Avete visto un bell'uomo appoggiato al palo della fermata della E, vi siete beate dei suoi sguardi fugaci nella vostra direzione, vi ha chiesto che ora fosse ma siete rimaste solo alla risposta? Rimorsi, che dolore!
O il vostro capo vi ha chiesto di scegliere tra l'andare in un paesino francese nell'altra sede a fare esperienza o rimanere incollate al lavoro che svolgete tutti i giorni?
E voi gli avete rifilato un presuntuoso e affrettato “no grazie” alla prima proposta?
Il bello è che poi siete rimasti a bocca asciutta e con il rimorso che vi attanagliava le viscere?
E continuate a ripensare a cosa sarebbe successo se voi vi foste “buttati”?
“Staaaasera mi butto, mi butto con te”, così cantava Rocky Roberts, quindi ecco una veloce guida per imparare “a buttarsi”, ovvero come cogliere le occasioni e non rimanere con la speranza che un'occasione persa si ripresenti un'altra volta.
Cosa vuol dire buttarsi? Buttarsi vuol dire seguire il proprio istinto e agire guidati da esso, non è detto che ogni volta che ci si fa trascinare da questa forza primordiale la scelta sia quella giusta,
ma è sicuramente una decisione che porta ad un risultato, ad un cambiamento, seppur temporaneo.
È meglio aver provato e sapere di averlo fatto che rimanere con il rimorso di non averci provato, no?


  1. non si perde nulla, anzi ci si guadagna: per esempio, molte volte quando un amico passa un brutto periodo e si confida, se è un vero amico si sente quella voglia di proteggerlo, di rassicurarlo, di consolarlo, molte volte ci si blocca di fronte ad una situazione del genere.                  Ci si chiede se ciò che gli diremo sarà futile o stupido o degno di un cliché. Eppure quel nostro abbraccio o quella parola avrebbe potuto far sentire meglio il nostro amico, sarebbe bastato quello, ma siamo rimasti all'idea che non siamo all'altezza di queste cose.                                                                                                                                                         Per farvi un esempio: Avete presente Charlie Brown, il bambino sfigato per antonomasia? Anche lui non si butta, ama “la ragazzina dai capelli rossi”, ma non si fa mai avanti, rimane con la paura che lei gli rifili un “no”, e lascia che i giorni passino senza fare nulla. Ci si chiede (e probabilmente anche un Charlie Brown da vecchio se lo sarà chiesto) cosa sarebbe successo che lui avesse cercato di conoscere “la ragazzina dai capelli rossi”. Non c'è scritto da nessuna parte che lei gli avrebbe sicuramente rifilano un “no”, è solo nella sua testa. Per cui: marciate a testa alta, il mondo da lassù è decisamente più colorato, non perderete nulla nell'esprimere una vostra opinione (per quanto cattiva possa essere per esempio) o i vostri sentimenti, o nel lasciarvi andare alle vostre emozioni, che siano felici o immensamente tristi.
  2. Questo è l'espressione di un blocco, non si riescono a esprimere le proprie emozioni, non si riesce a tramutarle in gesti, come saltare di gioia o piangere o lanciare oggetti dalla rabbia, o esprimere disgusto. Per far sì che si riesca a farlo c'è una semplice tecnica: scrivere.                                                                                                                                              Tenete un diario delle emozioni, scrivere data, l'evento accaduto e come vi siete sentiti e che sensazione state provando nel momento in cui scrivete. È un ottimo esercizio, prima di riuscir a esprimere a voce o a gesti un'emozione è importante riconoscerla e avere presente che c'è in voi, ed è importante in quanto se non avete presente quale emozione avete nel momento in cui state decidendo non riuscirete a fare la scelta perfetta per voi.
  3. Paura del cambiamento: quasi tutti sono impauriti dall'idea di dover cambiare e nella peggiore delle ipotesi di ripartire da zero. Ma cambiamento è sempre sinonimo di vita, andare a fare un erasmus all'estero, o cambiare lavoro e partire per l'America non sono proposte da incubo: badate che non si ricomincia MAI da zero, si ha sempre un bagaglio dietro. Dovete pensare ai lati positivi che un cambiamento porta, un'altra città è un modo per conoscere gente, un lavoro nuovo da la possibilità di testare la propria forza interiore, una nuova relazione vi fa felici. Se c'è qualcosa, nella scelta azzardata che vi fa paura, che potrebbe rendervi felici allora ben venga quella scelta.
  4. Costringetevi a fare qualcosa che non volete fare: qualsiasi cosa, non dico di partire domani per scalare l'Everest, fate piccoli passi, che sia il concedersi una pausa, o uscire da una dieta che diminuisce più la vostra allegria che il vostro peso, mandare a quel paese qualcuno che non sopportate più, o iscrivervi al ballo, anche se lo detestate a morte, a volte le esperienze migliori si fanno affrontando tutte quelle cose che a prima vista ci sembrano non adatte a noi.
  5. Al bando i sensi di colpa, soprattutto per le cose materiali: se uno si butta , si butta, allora perché farvi venire l'odiato senso di colpa? Se mandare a quel paese qualcuno è stata la cosa che in tutta la vita vi ha fatto sentire meglio, allora perché esserne dispiaciuti? Se quel paio di scarpe diabolicamente attraenti vi sono costate l'ira di dio, ma vi basta guardarle per far sparire la stanchezza di una vita, non vedo dove sia il problema? Concedevi il lusso di pensare a voi e non agli altri, l'unica persona che più fra tutte deve essere vitalmente interessata a voi siete e sarete voi stessi.
  6. Respirate e rispondete! : Quando si sentono le due parti (quella che dice sì e quella che dice no) che litigano, il cuore comincia a battere forte, il respiro diventa affannoso, si perde lucidità, calm down! Fate un respiro profondo, calmatevi e fatevi le domande del caso: è giusto quello che sto facendo? So dove mi porterà quella scelta? Recherò danno a qualcuno? Perderò qualcosa? È proprio necessario? Ecco, fatevi delle domande e rispondetevi senza imbrogliarvi perché non è il caso di fregare se stessi, no? :-) A mente fredda si ragiona meglio, se non riuscite proprio a ragionare in quel momento allora chiedete o datevi del tempo.
  7. Ecco quindi l'ultimo consiglio: dimenticate gli altri: chi sono loro per giudicare voi? Il giudizio negativo altrui è solo nella vostra testa, dove sta scritto che qualsiasi cosa voi facciate è sbagliata? Quindi fate un bel respiro e lasciatevi guidare dall'istinto, ricordate che una scelta non è mai completamente giusta o sbagliata, ciascuna decisione che prenderete ha sia dei lati positivi che negativi.
E poi, se siete sempre messi in soggezione dal giudizio altrui pensate a questo: se siete caduti sul ghiaccio davanti a una platea di gente, certo rideranno di voi in quel momento, ma l'ora dopo non ci sarà più traccia di voi nei loro ricordi, chiaro?



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