sabato 29 settembre 2012

Patty e Silvano fuori da Pechino express


Peccato, Debora Villa e  Alessandro Sanpaoli ovvero Patty e Silvano di camera café, finiti nel ballottaggio delle ultime coppie sono stati eliminati clamorosamente dalla coppia madre e figlio che hanno salvato la coppia delle veline, gratitudine o strategia? Infatti le Veline la settimana scorsa avevano salvato madre e figlio, comunque la scelta era davvero difficile: entrambe le coppie erano davvero forti, chi mostrando entusiasmo e sorrisi e chi chiedendo passaggi con un improbabile hindi.
La puntata di ieri aveva il sapore piccante,  non solo nella prima prova dove i concorrenti dovevano ingurgitarsi sorsate di zuppa piccantissima, ma anche la seconda che preveda la memorizzazione di 20 posizioni del kamasutra.
Ammetto di essere di parte, la coppia degli attori  era una delle mie coppie preferite perché non litigava, adesso rimangono tra i favourites la coppia zio e nipote, che tra sarcasmo  esemplare, il loro detestabile  ;-)  inglese da perfettini e la trovata di fingersi dei dottori per ottenere dei passaggi  strappa il sorriso.
Rimangono tra i più forti la coppia degli sportivi, già alla terza consecutiva  prova d’immunità e la coppia dei ballerini, adorabili come cuccioli di gatti, nel loro fiore degli anni, ma anche tosti come mastini.

Su quale coppia scommettere? Tutto è da decidere, perché le variabili del gioco sono tante, la coppia che era ultima può diventa prima e viceversa, perché in questo viaggio-reality va molto anche la fortuna, lo stress del viaggio e della competizione, tutti mostrano (o mostreranno) i propri artigli e le proprie debolezze, tutto per la goduria dello spettatore :-P
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martedì 25 settembre 2012

Belén si veste per Colorado!




Ah Belen Rodriguez che pur di non sparire dalla tv scandalizza e scandalizza ancora.
Ma stavolta, sorpresa delle sorprese, non lo fa mostrando i suoi bei tatuaggi animaleschi, 
ma coprendosi.
Esatto, coprendosi e coprendo le sue ben prosperose forme in abiti da educanda, terribilmente sobri,
non a caso nella prima puntata la fasciava un bell’abito in crema, questa volta invece ha optato per il look da zia, se vogliamo da brava ragazza, preferendo una nerissima gonna a ruota e il maglione delle feste.

Strano cambiamento di rotta, perché nell’edizione precedente di Colorado, la suddetta aveva mostrato “un’affascinante” tendenza inversamente proporzionale, dalla prima puntata in poi meno stoffa veniva usata per i suoi vestiti e più aumentava la sua parlantina….

MA, piuttosto che mal celare le solite velenose critiche sulla sua salita verso le stelle (con la “a”), clicchiamo sul “pollice in su” e speriamo solo che stavolta all’aumentare della stoffa non diminuisca la sua presenza nello show comico!


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giovedì 20 settembre 2012

Pechino express: liti, viaggi e avventura



 

Cosa non è un reality, un game show o il solito salotto pomeridiano? Pechino express! Una gara a fini benifici, in cui partecipano varie coppie: i promessi sposi, i fidanzati, gli sportivi, le veline (Costanza e Federica), gli attori (Debora Villa e Alessandro Sampaoli) , Andrés Gil e Anastasia Kuzimna freschi vincitori di  “ballando con le stelle” e ecc, il tutto immerso in una sfida: percorrere tot chilometri e arrivare a Pechino ?
Con un “inedito” Emanuele Filiberto di Savoia che finalmente pare abbia trovato un lavoro adatto a lui: il presentatore, in fondo non proprio male. ;-)
Non è solo una gara, ma un test che valuta tutto: dai nervi saldi, alla forza fisica alla sagacia, tutto questo serve ai concorrenti a cui vengono dati solo 1 euro al giorno solo per comprare cibo.
Chi crede che sia un altro reality “avventura” stupido dove i concorrenti vengono messi all’ingrasso con riso e pesci e prendono il sole senza fare nulla al giorno deve ricredersi:
questi avventurieri vitto e alloggio se lo devono scovare (letteralmente) da soli e devono viaggiare a scrocco dato che non possono comprare biglietti e quindi devono fare l’autostop e chiedere, chiedere, chiedere aiuto, se no? A piedi o si rischia di uscire dal gioco.

Ieri il loro lungo viaggio è partito dall’India, ad aspettarli l’afa, le zanzare, la scabbia, l’elettricità va e via, il traffico e la tappa da raggiungere, e le rischieste per il vitto per la notte.
Esilarante vederli in azione, non c’è finzione, nessuno con quei 40 gradi all’ombra avrebbe la forza per fingere, tutti, dai rompiscatole con la parlantina inglese (Costantino della Gherardesca e Barù), alla snob, alle veline che senza trucco sembrano quattordicenni, ai due vecchietti, all’insopportabile coppia “mamma e figlio” (Simona Izzo, Francesco Venditti) ma proprio tutti riescono a diventare degli avventurieri e ospiti, per una notte, di famiglie poverissime che accettano di buon grado di “accudirli” e sfamargli, qualcuno anche di pagargli il biglietto per l’autobus, ma anche di una nazione in cui ovunque ci si trova sa regalare fascino.

 E in tutto questo non si può fare a meno di ricordare i cari vecchi “Turisti per caso”…
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giovedì 13 settembre 2012

Come si consola qualcuno


Dall’alto della mia esperienza nel porgere la spalla ai pianti tragi-comici dei miei conoscenti posso dire quanto possa essere snervante consolare qualcuno.
Ci sono due tipi di persone che vi capiterà di consolare
quelle normali e le vittime.

Le vittime, detestabili creature urbane, hanno l’infelice convinzione che tutto accada per un unico motivo: quello di rendergli la vita difficile, che sia la scoperta di un nuovo scheletro di dinosauro, una frana a Kualalumpur o la macchinetta del caffè in panne, tutto accade perché la sfortuna o destino che sia gli perseguita. Tutti noi nascondiamo degli amici del genere (sigh), ma come fare a consolare gente così? Semplicemente non si può, essere così pessimisti cosmici è nella loro natura, l’unica cosa che ci si può permettere è un’argomentazione sul quanto stupida possa essere una convinzione del genere.
Come riconoscere il vittimista? Ci salite in macchina e se dopo 3 semafori rossi comincia a dire “che a lui e solo lui accadono queste cose e che i semafori ce l’hanno con lui”…
Gli altri, per le persone normali si contano 2 casi: generale e particolare:
generale: quando il dispiacere è dovuto a eventi non specifici come la morte di una persona, ma a cose tipo non riuscire a trovare l’amore, non essere soddisfatti del proprio lavoro o annoiarsi della propria vita.

Cosa non fare nel caso di problemi generali:
  • Suggerirgli libri e siti in cui prolificano consigli e semi tifi . sembra una cosa intelligente ma non lo è: perché se qualcuno viene da voi vuol dire che vuole sfogarsi faccia a faccia con voi e non con lo schermo di un computer
  • Cominciare le gare a “chi ha subito più disgrazie”: dovete limitarvi a sentire i suoi problemi e al massimo usare i propri ( solo se sono simili) come aneddoti.
  • L’aneddoto deve essere usato solo per ricavare una possibile soluzione e non per fare comparazioni e dire di come siete stati bravi a uscirne o che nel vostro caso ci sono state più difficoltà.
  • Non insultatelo: anche questa sembra una buona idea, ma dargli dell’idiota, dell’inetto, del procrastinatore, imbrigliarsi in questi labirinti di incoraggiamenti “cattivi” ha un effetto positivo solo nei film e con gli sportivi, MA nella vita reale il più delle volte rischiereste di demoralizzare ancora di più il vostro amico.
Cosa fare nel caso di problemi specifici:
  • Lasciate che vi dica tutto: non tutti si confidano con gli amici e se lo fanno devono avere la possibilità di comprendere i propri problemi attraverso la loro esposizione, con tutta la calma possibile. Quindi se l’amico comincia a raccontare e poi si ferma voi non forzategli la mano come zabette gossippare.
  • Sdrammatizzate: Tanti problemi non si risolvono perché l’individuo gli crede enormi, alti come palazzi e invalicabili. Voi prestategli la vostra visione del suo problema, uno sguardo esterno è certamente più oggettivo e più chiaro, più tendente alla realtà.

Certo manuali, guide, consigli spiegano cosa fare quando un amico soffre, ma una delle cose che più è benefica per lui è sapere di non essere solo e forse solo un abbraccio vale molto di più di cori di incoraggiamenti… cattivi e non.  
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venerdì 7 settembre 2012

killer quattordicenne, ma la pena è solo di un anno


Joyce “Winsie” Hau (15) offende Polly K (16) commentando una presunta tresca di quest’ultima,
Polly K con il findanzatino Weasley cerca e assolda per 100 euro su facebook Jinhua K quattordicenne che uccide a coltellate A.

Si parla di ragazzini.
Ma il problema come hanno commentato tutti, non è facebook, anche una pistola è innocua di per sé, dipende da chi la usa, facebook è solo uno strumento, sono i ragazzi di oggi che sono cresciuti male e ancor peggio sono le persone che gli hanno cresciuti.
Ma dove sono finiti i ragazzi di una volta?
Si dice quattordicenni e si pensa a ragazzini che fanno la prima media, che sono appena usciti dall’infanzia, e sono appena entrati nell’età adolescenziale, allo stress per i cambiamenti ormonali, per nuove responsabilità, nuovi amici, non gli si collega, o per meglio dire collegava alla droga, al sesso, alle liti sanguinose e sicuramente non all’omicidio.

E invece adesso dilagano i bimbiminkia, le sciacquette super young, i ragazzini-cavie-da-laboratorio che aspettano i messaggi tutto il giorno, che fumano come turchi, che si ubriacano, si mettono a guidare e vanno all’altro mondo portandosi dietro anche altri, che non hanno un’educazione solida, piena di quei valori che formano l’uomo.

Ma soprattutto dilagano i ragazzi che non sono forti dentro, non sopportano la sofferenza, infatti Polly K. è una mandante a tutti gli effetti, ha VOLUTO che chi l'ha offesa tacesse per sempre.
Non ha sopportato l'idea che qualcuno emettesse un giudizio del genere su di lei.
Allora seguendo questa logica se qualcuno ci pesta un piede allora saremmo legittimati a farlo fuori.
La pena per Jinhua K è di un anno di carcere: pena massima prevista per un minorenne della legge olandese, eppure ha ucciso senza neanche pensarci troppo, quando per tutti quel quattordicenne avrebbe meritato il manicomio, il carcere ai due mandanti.
Ma anche così va il mondo.  
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