Per cominciare la mia carrellata di film dello studio Ghibli, avevo deciso di iniziare proprio con la 'Principessa Mononoke', ma solo dopo aver visto per la cent'unesima volta 'Il castello errante di Howl', di cui ho appena finito di leggere il libro. <3
Il
film racconta di un giovane principe, Ashitaka, colpito dalla
maledizione di un demone che ha appena ucciso, che decide di partire
per trovare lo spirito della foresta, che si pensa possa aiutarlo a
guarire.
La
storia ha una narrazione volutamente lenta,
che si snoda piacevolmente in un'epoca, in Giappone, dove l'uomo
immerso nella natura, ha già conquistato il ferro;
è
perfetta la costruzione di un ambiente così lontano
dall'epoca moderna in cui
siamo: il lavoro nei
campi, i samurai,
l'affascinante descrizione della lavorazione del ferro,
la guerra, la produzione delle armi, tutto questo senza mai dare
nell'occhio, come se il mondo descritto appartenesse usualmente a chi
sta guardando.
Il
vero inizio della storia avviene quando Ashitaka mette piede nella
città del ferro, Tataraba,
a dominazione femminile
guidata da “Lady
Eboshi”;
donne, salvate dall'essere
schiave, a cui non importa passare le giornate a lavorare il ferro,
imbracciare armi, tenere testa agli uomini, solo la libertà è
tutto.
Da
qui 2 mondi si affronteranno duramente: Lady Eboshi e Mononoke, la prima in
rappresentanza dell'epoca moderna che avanza, mentre Mononoke
rappresenta quella natura onnipotente, difficile da sradicare, che
gli animali rispettano e ne sono partecipi, mostrando una saggezza
intrinseca cento mille volte più ampia di quella conquistata
dall'umano.
E
in questo conflitto, nel mezzo c'è un' Ashitaka che ci ricorda la
posizione di molti di noi nei confronti del ferro da cui siamo
circondati e dalla natura che c'è già dentro di noi, impossibile da
distruggere.
Voto:
10