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esi
e mesi fa quando avevo sentito annunciare che la cantante giapponese
Kyary Pamyu Pamyu sarebbe approdata a Milano per la giornata
internazionale del Giappone sono corsa a prenotare il mio biglietto
in università per la modicissimissima cifra di 10 euro.
L'11
luglio, sono arrivata a Rho Fiera Expo verso le dieci e già c'erano
enormi code in biglietteria con un attesa diciamo di 30 minuti.
Saltiamo
completamente il Padiglione Zero e decidiamo di seguire il programma.
Pranzo al ristorante giapponese: 10 € + Matcha Latte 4€
Quanti
edifici abbiamo fatto? Hmm, Nepal, Brasile, Belgio, Basmati Pavillion,
Camerun, Gabon, Lindt, Cina, America, Giappone, Austria, Coca Cola,
Inghilterra, Malasya, Thailandia,
La
parata del Japan Day è stata fichissima (
QUI le foto), naturalmente, con colorate
danzatrici, costumi e carri e naturalmente c'era l'ambasciatrice del Giappone, Hello
Kitty, vestita in un meraviglioso kimono rosso.
Padiglione Inglese dall'interno
Parte del Japan Parade
Padiglioni OK
-
Nepal: splendido struttura in legno, con tanti spettacolosi
intarsi (giuro di averne visti di erotici) e dentro e sotto il tempo
due buddha d'oro.
-
Malasya, con questa forma a uovo fichissima, divisa in tre
parti: attesa di 15-20 minuti. Infatti girava un host con un
cronometro in mano (cosa comune a padiglioni che puntano sulle
presentazioni, Cina e Giappone compresi). L'attesa ne è valsa la
pena secondo me. È stato davvero bello, dalla prima stanza circolare
– cinema a 360° dove hanno anche fatto 'piovere' alle due
presentazioni tecnologico- visive della seconda e terza. Splendido.
Austria:
era davvero uno dei padiglioni
che volevo vedere per via del bosco. Bosco, insomma, una mini radura
a percorso, ma era davvero bella. Una mini visita ci vuole.
Inghilterra:
era uno di quelli su cui non puntavo e invece è davvero fatto bene.
Struttura ad alveare in cui si può entrare. Per raggiungere il
padiglione si fa un mini percorso con aiuole decorate da 'fiori' molto
speciali, delle lampadine. Vicino al padiglione ci sono delle piccole
colonne bucate, che attraverso dei legnetti permettono di sentire fin dentro le
orecchie il ronzio delle api. (provato, davvero fichissimo).
Coca
Cola: weeee. Il padiglione
della Coca Cola è figo già di sé, ma è dentro che ci si diverte,
a parte la lunga fila di attesa (perché gratis è sempre meglio), un
steward vi farà conoscere la storia della Coca Cola, ballerete su un
tappeto in qualcosa tipo Just Dance, e vi offriranno sia all'inizio
che alla fine della Coca Cola, in bottiglie di vetro nel primo caso,
e in un bicchierone di carta nel secondo, in cui però potrete aggiungere nuovi gusti che in Italia non sono presenti: io
ho scelto Rapsberry, Vaniglia, Lime e devo dire che è uscita una
vera schifezza. XD
Brasile:
Non andate via senza fare il percorso con le corde, mi raccomando !
Padiglioni NO
-
Cluster riso e cioccolato: non erano in programma (ma lì, le
tentazioni saranno forti). Veramente non ho ancora capito che diavolo
sono questi cluster ma non erano granché. Quello del riso era stra
piccolo, vale la pena solo se volete farvi fare un tatuaggio
all'henné. Mentre per il cacao beh erano interessanti.
-
Lindt: dolcissimo fuori programma. Molto molto bello. La
presentazione di come lavora la fabbrica è stata fatta da dio: parte
puramente meccanica e digitale mischiata alla perfezione. E che dire
della montagna di cioccolato che vi aspetta fuori in negozio? Plus
omaggio cioccolatino.
Cina:
Deludente. Fila enorme per
vedere dei cartelloni stile scuola superiore. Se siete attratti dai
video di quei miriade di paletti che s'illuminano beh allora non
andateci di giorno.
America:
peggio della Cina. Lol , incredibile vale la pena di andarci solo per
le spruzzate d'acqua, altrimenti non c'è nulla. Nulla. Tranne musica
pop assordante.
Ma
l'evento per cui ero venuta, 'primo live assoluto in Italia di Kyary
Pamyu Pamyu', me lo son persa. L'auditorium avrebbe dovuto aprire le
porte alle 5 e mezza e noi siamo arrivati lì (dopo aver visto la
Gran Bretagna) alle 5 meno un quarto e la fila era lunghissima, ma il
nostro flebile sollievo se n'è andato alla voce della hostess che
diceva che avevano fatto già entrare le persone un'ora prima e tutti
i posti erano già esauriti.
Devo
dire che con gli hostess hanno fatto davvero un buon lavoro, molto
gentili, molto pratici e scelti naturalmente per le lingue che
parlavano. Cambiavano da inglese, a spagnolo e altri con molta
facilità.
In
programma c'erano anche Azerbayjan, (ho dovuto lasciare la fila
perché non si poteva entrare con un bicchiere di granita in mano) ed
Emirati Arabi. Ma eravamo stanchi. Troppo stanchi. L'ultimo
padiglione è stato il Brasile, dopo aver visto un match di pugilato
(da lontano) con Clemente Russo, eravamo pronti a tornare a casa, ma
percorrendo a ritroso il decumano, è saltata al mio occhio
l'immagine di quella rete che volevo fare fin dall'inizio e
automaticamente la mia direzione ha puntato verso la fila. Ma devo
dire che anche se era tanta, è stata sorprendentemente scorrevole e
finalmente è arrivata la rete. Fatta con le corde, divisa in tre
parti, è stata super divertente.
Conclusioni.
Numero
1. volete imparare e comprendere Paesi che non conoscete? Allora,
andateci diverse volte all'expo, 2 al minimo. Se no sembra inutile.
Numero
2. Andateci anche se non v'interessa. Perché è una bella
esperienza racchiusa in un unico posto: si può ammirare una piccola
parte di quei paesi di cui si sa davvero poco e in cui probabilmente
non si riuscirà mai ad andare.
Numero 3. Poche foto e più divertimento ! Lo ammetto, tra il mio programma personale un po' così così, tra il voler fare a ogni costo tante foto, ho dimenticato il perché bisognerebbe andare all'EXPO, per imparare qualcosa del posto in cui si vive e degli altri che non si conoscono. Ma diciamoci la verità, per una visita didattica ci vorrebbe l'abbonamento, così è un po' come andare in un'enorme supermercato.
Ps.
La mattina dopo appena sveglia, mettendo da parte il dolore alle gambe, ho subito
cercato video notizie del concerto giapponese. E quando ho
realizzato, vedendo i vari video, che quel giorno la mia beniamina era lì, a
pochi passi da me e dagli altri stra-fan delusi fuori dall'Auditorium
stavo lì lì per piangere XD