Tremendamente esagerata è stata la reazione
di tutti contro il don “dello scandalo”,
Don Piero Corsi, la cui colpa è stata quella di affiggere
un volantino che afferma che il femminicidio sia colpa dello donne che
provocano.
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei ha così commentato dicendo che la vicenda era“una cosa grave e triste”, ma non è né una cosa grave e né una cosa triste, perché vivendo in un paese libero, tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione anche se questa è discutibile e va contro il normale pensare quotidiano.
Eppure anche se la libertà di opinione è osannata da chiunque, si è arrivati a una fiaccolata contro il questo personaggio, che sembra non sia nuovo a questo genere di provocazioni, MA queste reazioni dimostrano solo che a nessuno o pochi interessa avere un dibattito sano e costruttivo, sono, anzi siamo, tutti pronti con le torce e i forconi in mano in attesa di qualcuno che si azzardi a esprimere una tesi opposta alla nostra.
Per poi dare il via alla rivolta.
Vogliamo ricordare le minacce ricevute per quelle vignette su Maometto?
Perché non parlare delle vignette su Maometto pubblicate da un settimanale francese (Charlie Hebdo)a cui è seguita una rivolta e la Francia ha dovuto chiudere per precauzione scuole e ambasciate in 20 paesi?
Perché è questo il mondo in cui viviamo, in cui non possiamo nemmeno analizzare i pro e i contro di una religione o di un regime politico per esempio senza ritrovarci con lettere di morte attaccate ala porta
Come se domani volessi alzare la voce contro “quelli che dicono parolacce” e finisco che mi ritrovo la folla inferocita sotto casa.
Per quanto riguarda il caso, diciamo che tutti hanno il diritto di comportarsi come meglio credono (entro i limiti della legge, morale e civile) ma in questo caso non bisogna mai dimenticarsi in che mondo si sta vivendo.
Le donne
hanno il pieno diritto di fare il comodo loro, ma purtroppo non possono perché si trovano
tutt’oggi di fronte ad un mondo che le vuole dietro l’uomo, in secondo posto.
Quindi libertà di scelta c’è, ma poi sfortunatamente è un
po’ come se si fuma in un locale
di non fumatori.
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