venerdì 20 febbraio 2015

Pom poko film recensione



Un'anima pia mi aveva regalato su usb, qualche mese fa, un intero pacco di film d'animazione giapponesi per togliermi dalla mia ignoranza. Peccato poi prendere un virus e deatomizzare il mio sistema operativo, risultato ho perso tutti i film, ma sono riuscita a vederne alcuni:
Kiki consegne a domicilio <3, La principessa Mononoke <3 <3, Il castello errante di Howl <3 <3 <3 e naturalmente Pompoko.

La storia narra le vicende dei tanuki, cani procione, appartenenti al folklore giapponese: bonaccioni capaci di usare arti magiche e illusorie, per trasformarsi in umani o confondere e prendere in giro questi ultimi.

Nel racconto, i tanuki devono riconquistare la collina di Tama, nei pressi di Tokyo, che è minacciata dalla costruzione edile.


L'uomo, coprotagonista dei tanuki è ingenuamente cattivo dall'inizio alla fine della storia, costruisce sul verde, estirpa boschi e pianure, casa di molti animali e lascia rifiuti dappertutto, ma soprattutto non vede e non guarda la natura. Se la natura potesse veramente interagire con noi, dice il racconto, molto probabilmente ci prenderebbe a calci nel sedere e non a torto.
I tanuki sono gioiosi e spensierati, pensano a giocare e ballare, nella storia, per quanto abbiano il dono della ragione, sono animali in tutto per tutto, sentimenti e comportamento riflettono la loro natura spensierata e ingenuità, proprio come lo è la natura.


Eppure il finale della storia, non è da Dreamworks sappiatelo, pur usando mille strategie, mille forze, ricorrendo a mille aiuti, la storia prende la piega più tristemente realistica in assoluto.

Terribilmente spensierato e triste.

8

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