venerdì 9 marzo 2012

STASERA MI BUTTO : come imparare “a buttarsi”


Avete visto un bell'uomo appoggiato al palo della fermata della E, vi siete beate dei suoi sguardi fugaci nella vostra direzione, vi ha chiesto che ora fosse ma siete rimaste solo alla risposta? Rimorsi, che dolore!
O il vostro capo vi ha chiesto di scegliere tra l'andare in un paesino francese nell'altra sede a fare esperienza o rimanere incollate al lavoro che svolgete tutti i giorni?
E voi gli avete rifilato un presuntuoso e affrettato “no grazie” alla prima proposta?
Il bello è che poi siete rimasti a bocca asciutta e con il rimorso che vi attanagliava le viscere?
E continuate a ripensare a cosa sarebbe successo se voi vi foste “buttati”?
“Staaaasera mi butto, mi butto con te”, così cantava Rocky Roberts, quindi ecco una veloce guida per imparare “a buttarsi”, ovvero come cogliere le occasioni e non rimanere con la speranza che un'occasione persa si ripresenti un'altra volta.
Cosa vuol dire buttarsi? Buttarsi vuol dire seguire il proprio istinto e agire guidati da esso, non è detto che ogni volta che ci si fa trascinare da questa forza primordiale la scelta sia quella giusta,
ma è sicuramente una decisione che porta ad un risultato, ad un cambiamento, seppur temporaneo.
È meglio aver provato e sapere di averlo fatto che rimanere con il rimorso di non averci provato, no?


  1. non si perde nulla, anzi ci si guadagna: per esempio, molte volte quando un amico passa un brutto periodo e si confida, se è un vero amico si sente quella voglia di proteggerlo, di rassicurarlo, di consolarlo, molte volte ci si blocca di fronte ad una situazione del genere.                  Ci si chiede se ciò che gli diremo sarà futile o stupido o degno di un cliché. Eppure quel nostro abbraccio o quella parola avrebbe potuto far sentire meglio il nostro amico, sarebbe bastato quello, ma siamo rimasti all'idea che non siamo all'altezza di queste cose.                                                                                                                                                         Per farvi un esempio: Avete presente Charlie Brown, il bambino sfigato per antonomasia? Anche lui non si butta, ama “la ragazzina dai capelli rossi”, ma non si fa mai avanti, rimane con la paura che lei gli rifili un “no”, e lascia che i giorni passino senza fare nulla. Ci si chiede (e probabilmente anche un Charlie Brown da vecchio se lo sarà chiesto) cosa sarebbe successo che lui avesse cercato di conoscere “la ragazzina dai capelli rossi”. Non c'è scritto da nessuna parte che lei gli avrebbe sicuramente rifilano un “no”, è solo nella sua testa. Per cui: marciate a testa alta, il mondo da lassù è decisamente più colorato, non perderete nulla nell'esprimere una vostra opinione (per quanto cattiva possa essere per esempio) o i vostri sentimenti, o nel lasciarvi andare alle vostre emozioni, che siano felici o immensamente tristi.
  2. Questo è l'espressione di un blocco, non si riescono a esprimere le proprie emozioni, non si riesce a tramutarle in gesti, come saltare di gioia o piangere o lanciare oggetti dalla rabbia, o esprimere disgusto. Per far sì che si riesca a farlo c'è una semplice tecnica: scrivere.                                                                                                                                              Tenete un diario delle emozioni, scrivere data, l'evento accaduto e come vi siete sentiti e che sensazione state provando nel momento in cui scrivete. È un ottimo esercizio, prima di riuscir a esprimere a voce o a gesti un'emozione è importante riconoscerla e avere presente che c'è in voi, ed è importante in quanto se non avete presente quale emozione avete nel momento in cui state decidendo non riuscirete a fare la scelta perfetta per voi.
  3. Paura del cambiamento: quasi tutti sono impauriti dall'idea di dover cambiare e nella peggiore delle ipotesi di ripartire da zero. Ma cambiamento è sempre sinonimo di vita, andare a fare un erasmus all'estero, o cambiare lavoro e partire per l'America non sono proposte da incubo: badate che non si ricomincia MAI da zero, si ha sempre un bagaglio dietro. Dovete pensare ai lati positivi che un cambiamento porta, un'altra città è un modo per conoscere gente, un lavoro nuovo da la possibilità di testare la propria forza interiore, una nuova relazione vi fa felici. Se c'è qualcosa, nella scelta azzardata che vi fa paura, che potrebbe rendervi felici allora ben venga quella scelta.
  4. Costringetevi a fare qualcosa che non volete fare: qualsiasi cosa, non dico di partire domani per scalare l'Everest, fate piccoli passi, che sia il concedersi una pausa, o uscire da una dieta che diminuisce più la vostra allegria che il vostro peso, mandare a quel paese qualcuno che non sopportate più, o iscrivervi al ballo, anche se lo detestate a morte, a volte le esperienze migliori si fanno affrontando tutte quelle cose che a prima vista ci sembrano non adatte a noi.
  5. Al bando i sensi di colpa, soprattutto per le cose materiali: se uno si butta , si butta, allora perché farvi venire l'odiato senso di colpa? Se mandare a quel paese qualcuno è stata la cosa che in tutta la vita vi ha fatto sentire meglio, allora perché esserne dispiaciuti? Se quel paio di scarpe diabolicamente attraenti vi sono costate l'ira di dio, ma vi basta guardarle per far sparire la stanchezza di una vita, non vedo dove sia il problema? Concedevi il lusso di pensare a voi e non agli altri, l'unica persona che più fra tutte deve essere vitalmente interessata a voi siete e sarete voi stessi.
  6. Respirate e rispondete! : Quando si sentono le due parti (quella che dice sì e quella che dice no) che litigano, il cuore comincia a battere forte, il respiro diventa affannoso, si perde lucidità, calm down! Fate un respiro profondo, calmatevi e fatevi le domande del caso: è giusto quello che sto facendo? So dove mi porterà quella scelta? Recherò danno a qualcuno? Perderò qualcosa? È proprio necessario? Ecco, fatevi delle domande e rispondetevi senza imbrogliarvi perché non è il caso di fregare se stessi, no? :-) A mente fredda si ragiona meglio, se non riuscite proprio a ragionare in quel momento allora chiedete o datevi del tempo.
  7. Ecco quindi l'ultimo consiglio: dimenticate gli altri: chi sono loro per giudicare voi? Il giudizio negativo altrui è solo nella vostra testa, dove sta scritto che qualsiasi cosa voi facciate è sbagliata? Quindi fate un bel respiro e lasciatevi guidare dall'istinto, ricordate che una scelta non è mai completamente giusta o sbagliata, ciascuna decisione che prenderete ha sia dei lati positivi che negativi.
E poi, se siete sempre messi in soggezione dal giudizio altrui pensate a questo: se siete caduti sul ghiaccio davanti a una platea di gente, certo rideranno di voi in quel momento, ma l'ora dopo non ci sarà più traccia di voi nei loro ricordi, chiaro?



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