giovedì 2 maggio 2013

Bambino uccide la sorella di 2 anni con un baby-fucile


I fatti stanno nel titolo: America, un bambino di cinque anni spara alla sorellina di soli 2 anni, forse per gioco non rendendosi conto, forse per sbaglio. 
Spara con un fucile calibro 22 adatto per bambini, un po’ come invece di giocare a pallone,
i bambini lì, si divertono a diventare piccoli gangster, cacciatori, criminali.
Ma per chi ha avuto la brillante trovata di queste baby-armi, il fine è quello che di sensibilizzare il bambino alle armi, affinché da adulto le possa usare con occhio.
Che lodevole stupidaggine e infatti ci è scappato il morto, Caroline Starcks, 2 anni e una vita davanti.
Ambiguo lasciare un fucile in mano a un bambino, la madre è accorsa sentendo lo sparo, ma per la figlia era ormai tardi. 

Ma è l’America, patria di quel secondo emendamento che permette a tutti di dormire la notte sereni perché hanno la pistola sotto l cuscino, a mo’ di acchiappa sogni.
A niente sono servite le lacrime versate sui morti del cinema a Denver , e né quelle per i 20 bambini uccisi da un ragazzino-killer che ha usato le armi della madre.
Il problema è sempre lì, le armi da cui nessuno vorrebbe staccarsi, armi che dovrebbero essere usate solo in casi estremi, perché è fin troppo noto che in una situazione pericolosa anche l’uomo dal sangue più freddo potrebbe diventare un “grilletto facile”.
Anche chi una pistola non ce l’ha, c’è sempre un’arma: vuoi una corda o il coltello da cucina o la conoscenza di un’allergia.

Di nuovo il pentimento sovrasta il cielo americano, ma chi è causa del suo mal….  

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