venerdì 1 marzo 2013

white collar 3° stagione


Che scoppiettio di colpi di scena che è la terza stagione di White Collar.
Telefilm poliziesco, poco impegnativo, tanto da metterlo alle 16.00 per gustarselo all'ora del tè.
Il filo conduttore che ha caratterizzato le due serie si è esaurito: trovare chi ha ucciso Kate, ovvero Adler, vecchia conoscenza di Neil Caffrey (Matt Bomer) e scoprire a cosa gli serviva il misterioso codice dentro il carillion, cioè trovare un Uboot, un sottomarino tedesco, con un immenso tesoro dei nazisti, carico di gioielli e opere d’arte (la massima passione di Neil)

La terza stagione si apre con questo meraviglioso tesoro nelle mani di Neil e Mozzey (diminutivo di Mozart) che l’aveva astutamente rubato a Adler, i federali, primo fra tutti Peter Burke, sospettano che il tesoro sia ancora in circolazione. Neil e Mozzie vorrebbero fare l’ultimo colpo vendendo le opere, peccato che i federali abbiano una lista, trovata nel sottomarino, con i nominativi dei dipinti che portava.

Il problema è: come recuperarla?


Il leit motiv di questa stagione ha l’aria di essere un incontro intimo con i vari protagonisti, con il loro passato ma sopratutto con un presente che non vuole che partano con l'oro per l'ultimo colpaccio, Neil ormai legato alla rossa Sarah e all'amico Peter, che rivela la sua personalità infantile.

Cosa sceglierà il sexy riccioluto Neil? Restare a New York con la sua "famiglia" o scomparire per sempre?  Il che è come dire : povero e felice o ricco e solo?

Agli spettatori piace stare dalla parte dell'adorabile canaglia, se da una parte ci si aspetta che alla fine i due truffatori riescano nella grande fuga, dall'altra ci si aspetta la solita moralina del bene che vince sul male e “vissero felici e contenti nella legalità”. Hmmm, troppo scontato.

Aspettando qualcosa di meglio.


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